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Nuova intervista con Franca Barone

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view post Posted on 19/4/2021, 09:11
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Nuova intervista con Franca Barone

Disponibile su tutte le piattaforme digitali e in copia fisica da venerdì 16 aprile 2021, anticipato dai singoli Be Kind e Underwater, Be Kind è il nuovo album della raffinata cantante e compositrice Franca Barone. Prodotto dall’etichetta discografica Irma Records, questa nuova realizzazione discografica rappresenta una succulenta commistione incardinata principalmente su R&B e soul, ma impreziosita anche da fascinose colorazioni jazz e latin jazz. Nella tracklist del secondo disco di Franca Barone, cinque anni dopo il debutto discografico con Miss Apleton, sono presenti dieci brani originali figli della sua fervida vena compositiva. Ecco l’intervista gentilmente rilasciata dall’artista…

Esce il nuovo album, “Be Kind”, e arriva a distanza di cinque anni dal debutto discografico con “Miss Apleton”. È stato complicato mettere insieme i pezzi del nuovo album?
A dire il vero non è stato complicato, i pezzi finiti c’erano già ben prima delle registrazioni iniziate nell’estate del 2019. Purtroppo dopo i primi mesi di lavorazione si è fermato tutto per la pandemia, motivo per cui l’uscita del disco è stata rimandata fino ad oggi.

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Foto di Davide Romolo

C’è qualche legame tra il tuo primo album e questo nuovo?
Credo che il legame sia l’onestà della composizione e della comunicazione in generale, anche in questo disco ho cercato di essere musicalmente sincera al 100%. Mi sono accorta io stessa del cambio di sound e di consapevolezza creativa, d’altra parte sono più vecchia di 5 anni :-)

Tra i temi trattati nel nuovo album: il femminismo, l’amore, l’insofferenza, la sofferenza e il bisogno di viaggiare. Alcuni, immagino, siano anche stati anche un po’ difficili da trattare…
Immagini benissimo, anche se in realtà la parte difficile è quella che precede la scrittura del testo, cioè rendermi conto di quello che volevo scrivere e, magari, della sofferenza che stavo provando in quel momento. Poi per me è sempre difficile scrivere i testi, in tutti i casi, sia che parli di femminismo (quindi usare le parole giuste, trovare le immagini giuste per esprimere concetti precisi) che di amore o di lutto. È difficile trovare il modo giusto per portare un’esperienza o un pensiero fuori dall’area personale.

La pandemia, i lockdown ecc. sono stati fonte di riflessioni o ispirazione?
L’ispirazione l’avrei voluta ma purtroppo non è arrivata. Ho passato un anno di totale assenza di spinta creativa, o quasi. Riflessioni invece tante e conoscendomi tra un anno finiranno tutte elaborate nel prossimo disco 😉

In fase di composizione è bene avere la massima libertà?
Ognuno ha il proprio metodo. Per quanto mi riguarda è essenziale non avere nessun tipo di paletto, nessun obiettivo. Anche perché quando mi siedo al piano per comporre qualcosa lo faccio perché sento già un movimento interiore, quindi cerco di seguirlo e mi lascio guidare finché c’è. Se poi va via di botto non insisto, lascio perdere e aspetto che torni, se torna.

Quali sono i tuoi ricordi legati alle prime esperienze musicali?
Altissima adrenalina, tanta ansia, tanto disagio anche, ma una felicità rara, la sensazione di trovarmi a fare l’unica cosa giusta da fare al mondo.

Sei riuscita a mettere tutto dentro all’album o qualcosa è rimasto in un cassetto?
Credo che in questo album ci sia tutto quello che ci sarebbe dovuto essere. Inizialmente era previsto un brano in più che però poi non ha trovato il suo spazio.
Quel cassetto è stato svuotato, ma ho tanti altri cassetti che aspettano di essere aperti.

In linea di massima, come nasce una tua canzone?
Da una spinta iniziale, qualcosa che mi fa camminare verso il pianoforte, verso il computer o che mi fa prendere carta e penna e buttare giù un pensiero. Parto da quello e vedo dove si va, se quella spinta porta ad una canzone o no. Nella fase creativa cerco di tenere tutto il più naturale possibile, di agire solo quando sento l’impulso di farlo e di non forzare mai la mano.

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Foto di Davide Romolo

Comporre una canzone è una forte responsabilità?
Forse verso se stessi, non credo nei confronti delle altre persone. Per gli altri la vedo più come un regalo non richiesto, quindi potenzialmente anche non gradito. Poi dipende sempre dal perché scrivi canzoni.

Ami maggiormente il lavoro di preparazione al disco oppure il portare le canzoni sui vari palchi durante i concerti?
Amo molto la fase compositiva e creativa, è quella più libera e con meno pressione. Portare i brani dalla “carta” al disco finito è più che altro duro lavoro, c’è da farlo ma non è sempre la cosa più naturale del mondo 😊
Sicuramente suonare i miei brani del vivo è un’emozione pazzesca, e spero di poterlo fare presto.

Musica è arte. In Italia pensi se ne sia consapevoli?
Bella domanda. La mia sensazione è che le persone ne diventino consapevoli quando sono loro ad aver bisogno della musica. Credo che questo momento di astinenza forzata dall’arte “dal vivo” e soprattutto dalla musica abbia fatto capire quanto sia importante. Anche se il passo per arrivare al punto in cui l’arte venga di fatto considerata un lavoro ce ne vuole, ed è un peccato perché credo che il lavoro creativo sia uno dei più difficili.

Oggi per chi fa musica, sembra contare sempre più l’immagine…
L’immagine conta molto, ma credo che conti più di tutto la tua coerenza rispetto all’immagine che vuoi dare. Con tutta l’offerta musicale di oggi sembra esserci sempre meno posto per gli/le artisti/e che fanno ma non sono.

Musicalmente parlando, credi sia in atto una rivoluzione in questi ultimi anni?
Credo di sì, come è naturale che sia, d’altra parte la musica è fatta da persone che vivono in relazione ad una società; se la società cambia lo fa anche la musica. Guardando al pop, che a me piace molto, il mio parere è che la qualità (che dal mio punto di vista è coerenza, onestà intellettuale, ricerca e profondità) sia aumentata. Allargando di fatto l’ampiezza della porta d’ingresso al mercato musicale (chiunque può produrre e pubblicare un brano a costi limitatissimi e senza l’aiuto di alcun’etichetta discografica) si è anche allargata di fatto la proposta.

Oggi, per decidere di intraprendere la carriera musicale, bisogna essere spinti da una grande passione. Non si può più dire che chi decide di fare il cantante lo faccia per denaro… teoricamente, ciò dovrebbe favorire gli artisti che hanno davvero qualcosa da dire…
Credo che tutti gli/le artisti/e, anche quelli che non ci piacciono, pensino di avere qualcosa da dire. E secondo me neanche in passato chi decideva di intraprendere la carriera di cantante lo faceva esclusivamente per denaro, perché l’arte, in qualsiasi modo tu la tratti, non perdona, non puoi fingere che ti piaccia cantare, scrivere o esibirti in pubblico. Dall’altra parte, il fatto che i guadagni di un/un’artista emergente oggi siano esigui nella maggior parte dei casi, avvalora la convinzione che non si tratti di un lavoro e che non ci sia il bisogno che venga giustamente remunerato. Questa è una cosa negativa, sia perché toglie valore al lavoro creativo sia perché permette di fatto l’accesso all’industria creativa solo a chi non ha bisogno di guadagnare dalla propria attività artistica; in questo modo si perde molta diversità.

Per chiudere, c’è qualche suggerimento che ti sentiresti di dare a chi desidera seguire una carriera di tipo artistico-musicale?
Se si ha un vero impulso di cominciare a farlo senza pensare che non sia il momento giusto o, ad esempio, di non avere l’età giusta o il sesso giusto, di metterci onestà, di avere pazienza e di non lasciarsi scoraggiare. Di tenere a mente che riuscire a fare la propria musica e diventare famosi sono due obiettivi diversi.

Per ulteriori info:
Facebook: www.facebook.com/francabaronemusic
Instagram: www.instagram.com/franca_barone/?hl=it
Irma Records sito ufficiale: www.irmagroup.com/
 
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