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Intervista con Amedeo Minghi, IL GRAN SIGNORE DEL PENTAGRAMMA (E DELLA VITA)

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AndreaTuretta
view post Posted on 3/7/2009, 13:30 by: AndreaTuretta
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Intervista con AMEDEO MINGHI

IL GRAN SIGNORE DEL PENTAGRAMMA (E DELLA VITA)

Di Luca Turetta

In occasione della “Festa Internazionale della Musica nonché la Giornata Mondiale per la lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica”, svoltasi lo scorso 21 giugno a Vicenza in una Piazza dei Signori gremita da circa 6-7000 unità, tra il “corposo” cast in scaletta, non poteva mancare un “Signore” della Musica Italiana ed Internazionale, insignito tra l’altro del titolo di “Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana”: Amedeo Minghi. Con l’artista romano s’è avuto modo di realizzare un’intervista che, ben presto, come poi si noterà, s’è trasformata da puro “botta e risposta” in una chiacchierata franca, quanto saggia ed, oserei dire “educativa” per molti di noi, in diversi suoi passaggi. Ciò a testimonianza di come fosse decisamente errata la nomea secondo cui il “personaggio-Minghi”, sarebbe stato di quelli inavvicinabili, scorbutici, talmente egocentrici e presuntuosi, da farsi chiamare “maestro” più per vanità che per meriti acquisiti. Piacevole constatazione quella di poter smentire categoricamente la vezzosa diceria nonché apprezzare la ben più umile signorilità del personaggio, che certo, quanto a presentazioni, ne avrebbe da dire a iosa. Indubbio che,se si dovesse, parlare dell’ultraquarantennale carriera di Amedeo, come minimo dovremmo prostrarci ed ascoltare in religioso silenzio, le sontuose note sortite dal suo repertorio, nonché e le altre sue variegate produzioni (ad esempio a livello letterario).
Minghi, giusto per riassumere l’iter artistico, dopo un inizio mica facile, fatto di tanta gavetta (e cambiali per pagarsi gli strumenti con “I Noemi”, band d’esordio) ha collaborato con artisti come, tra gli altri: Califano, Morandi, Oxa, Pavone, Mietta, Nava, nonché l’indimenticata Mia Martini; Amedeo vanta ben otto presenze al Festival di Sanremo, colonne sonore, canzoni come “1950” (pezzo presentato a “Sanremo ‘83” e subito eliminato, rivelatosi poi, puntualmente, successo planetario), “L’immenso”, “La vita mia”, “Nené”, “Vattene amore” (brano che coglie il 3° posto alla kermesse sanremese, in duetto con Mietta), “Cantare è d’amore” (con la Nava). Meritano poi, quantomeno citazione, un paio di date da ascrivere alla storia, non solo per Amedeo, ma per tutta l’umanità Cristiana quantomeno. La prima è quella del 27/10/1998, frangente in cui l’artista propone il pezzo dedicato a Papa Karol Wojtyla, “Un uomo venuto da lontano” in Piazza San Pietro, ed ivi propostogli a due passi dal Pontefice stesso; la seconda invece riguarda “Gerusalemme” un pezzo intenso , dai mille contenuti (sempre attuali) che va al di là del puro canto. Il brano, paragonabile ad una donna “bellissima e meravigliosa”. L’artista riesce a proporlo, durante il concerto “Cuori di Pace in Medio Oriente, 40 anni di me e di voi” lo scorso 2/2/2008 a Roma, riuscendo a duettare, anzi a… “terzare” con due colleghi, una ebrea e l’altro palestinese (rispettivamente Orit Gabriel e Hakeem Abu Jaleela). Caspita, come sarebbe bello (e semplice) se, come cita un noto brano (di Eros Ramazzotti) “bastasse una bella canzone a far nascere amore” (e Pace) nella fattispecie, tra due popoli in Guerra da una vita nella Terra… Santa! Non bastasse Minghi ha pubblicato nel 2006 un libro-confessione di grande impatto dal titolo “L’ascolteranno gli americani”… Ci sarebbero infinite occasioni e consacrazioni per descrivere la grandezza di Amedeo Minghi ma, per necessità… spaziali, dobbiamo stopparci qui, anzi, proseguire nell’epilogo dell’introduzione, ponendo però la questione evidenziata all’inizio, sullo stesso piano, quello umano (che poi è, checché se ne dica, quello che nella vita, più conta). Poiché chi scrive ha potuto recepire quanto sia grande l’artista ma, soprattutto l’uomo, che si pone con umiltà, serenità e trasparenza assolute ad affrontare temi non solo legati alla sua produzione artistica (unica nella sua grandezza ed ampiezza di vedute) bensì ancorché contenuti parimenti (se non più) profondi legati alla quotidianità esistenziale.
Compreso come sia stata una clamorosa bugia, quella d’appiccicare all’artista un appellativo formale quanto presuntuoso (“maestro”) che non gli s’addice, voglio invece renderglielo (ma questa volta per puro onore e con merito) assieme (o subito dopo) a quello di “Signore” con la “Esse” maiuscola. Un atto dovuto per un personaggio (meglio ancora, una persona) confermatosi umanamente (prima che artisticamente) un autentico “Gran-Signore” del pentagramma (e dell’amore).
E questa volta, senza offesa ed irriverenza per nessuno. Padre Eterno compreso.


Per iniziare, una curiosità. Compositore, autore, cantante (non cantautore), le piace essere chiamato “maestro”. Se la chiamassero semplicemente “Signore” non si sentirebbe, seppur da artista, più “comune mortale” e meno “sulla scrivania”?
Non è assolutamente vera questa cosa (che gli piace essere chiamato “maestro” ndr) è sbagliata! A Roma si chiamano tutti “maestri”, è un modo di dire. Non mi faccio affatto chiamare “maestro”. L’altra sera, per esempio, eravamo a cena con Renato Zero, Michele Zarrillo ed altri colleghi, ed uscendo dal ristorante c’hanno salutati: “Buonasera maestri”. E’ semplicemente un modo di dire romano, che s’è diffuso… anzi la prego di sottolineare questa cosa. Certo, ho dei titoli veri che invece potrei utilizzare ma che non dico e me li tengo per me; quello ce li ho! Tra l’altro ho pure scritto e pubblicato un libro (v. sotto). Ma questa del “maestro” proprio no!

La sua carriera inizia negli anni ’60, con la band “I Noemi” e la canzone “Una cosa stupida”, nonché non poche cambiali… Finché nel ’66 propone “La Fine” che, in realtà è solo l’inizio di una lunga e “corposa” carriera con al fianco “l’amante musica”…
Si, ma Noemi era il nome di un gruppo… ma dove ha trovato questa informazione?

Mi sono documentato anche con articoli di colleghi ovviamente…
Ah, “I Noemi” era così… un gruppo, molto-molto amatoriale. Sì certo.

Ha avuto l’onore di collaborare con vari artisti di tutto rispetto, a partire da Gaio Chiocchio, Stefano Cipriani, Pasquale Pannella, passando per Franco Califano, Wilma Goich, Edoardo Vianello, Katia Ricciarelli, Andrea Bocelli, Mietta, Mariella Nava, Rossana Casale ed altri ancora… Quale il connubio meglio riuscito per la sua crescita artistica e chi le manca nel palmares per il duetto della vita?
Per la crescita artistica sono stati due i personaggi importanti: uno è Gaio Chiocchio, purtroppo scomparso e non è più con noi, l’altro è Pasquale Pannella, con il quale abbiamo scritto cose bellissime e che ricorderemo per sempre; perché sono tra le cose più importanti che abbia scritto nella mia carriera. Poi, certo, anche altre collaborazioni… però le più significative sono state queste.

Edited by AndreaTuretta - 3/7/2009, 14:50

Attached Image: MIMGHI5.JPG

MIMGHI5.JPG

 
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