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Intervista con Amedeo Minghi, IL GRAN SIGNORE DEL PENTAGRAMMA (E DELLA VITA)

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view post Posted on 3/7/2009, 13:30
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Intervista con AMEDEO MINGHI

IL GRAN SIGNORE DEL PENTAGRAMMA (E DELLA VITA)

Di Luca Turetta

In occasione della “Festa Internazionale della Musica nonché la Giornata Mondiale per la lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica”, svoltasi lo scorso 21 giugno a Vicenza in una Piazza dei Signori gremita da circa 6-7000 unità, tra il “corposo” cast in scaletta, non poteva mancare un “Signore” della Musica Italiana ed Internazionale, insignito tra l’altro del titolo di “Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana”: Amedeo Minghi. Con l’artista romano s’è avuto modo di realizzare un’intervista che, ben presto, come poi si noterà, s’è trasformata da puro “botta e risposta” in una chiacchierata franca, quanto saggia ed, oserei dire “educativa” per molti di noi, in diversi suoi passaggi. Ciò a testimonianza di come fosse decisamente errata la nomea secondo cui il “personaggio-Minghi”, sarebbe stato di quelli inavvicinabili, scorbutici, talmente egocentrici e presuntuosi, da farsi chiamare “maestro” più per vanità che per meriti acquisiti. Piacevole constatazione quella di poter smentire categoricamente la vezzosa diceria nonché apprezzare la ben più umile signorilità del personaggio, che certo, quanto a presentazioni, ne avrebbe da dire a iosa. Indubbio che,se si dovesse, parlare dell’ultraquarantennale carriera di Amedeo, come minimo dovremmo prostrarci ed ascoltare in religioso silenzio, le sontuose note sortite dal suo repertorio, nonché e le altre sue variegate produzioni (ad esempio a livello letterario).
Minghi, giusto per riassumere l’iter artistico, dopo un inizio mica facile, fatto di tanta gavetta (e cambiali per pagarsi gli strumenti con “I Noemi”, band d’esordio) ha collaborato con artisti come, tra gli altri: Califano, Morandi, Oxa, Pavone, Mietta, Nava, nonché l’indimenticata Mia Martini; Amedeo vanta ben otto presenze al Festival di Sanremo, colonne sonore, canzoni come “1950” (pezzo presentato a “Sanremo ‘83” e subito eliminato, rivelatosi poi, puntualmente, successo planetario), “L’immenso”, “La vita mia”, “Nené”, “Vattene amore” (brano che coglie il 3° posto alla kermesse sanremese, in duetto con Mietta), “Cantare è d’amore” (con la Nava). Meritano poi, quantomeno citazione, un paio di date da ascrivere alla storia, non solo per Amedeo, ma per tutta l’umanità Cristiana quantomeno. La prima è quella del 27/10/1998, frangente in cui l’artista propone il pezzo dedicato a Papa Karol Wojtyla, “Un uomo venuto da lontano” in Piazza San Pietro, ed ivi propostogli a due passi dal Pontefice stesso; la seconda invece riguarda “Gerusalemme” un pezzo intenso , dai mille contenuti (sempre attuali) che va al di là del puro canto. Il brano, paragonabile ad una donna “bellissima e meravigliosa”. L’artista riesce a proporlo, durante il concerto “Cuori di Pace in Medio Oriente, 40 anni di me e di voi” lo scorso 2/2/2008 a Roma, riuscendo a duettare, anzi a… “terzare” con due colleghi, una ebrea e l’altro palestinese (rispettivamente Orit Gabriel e Hakeem Abu Jaleela). Caspita, come sarebbe bello (e semplice) se, come cita un noto brano (di Eros Ramazzotti) “bastasse una bella canzone a far nascere amore” (e Pace) nella fattispecie, tra due popoli in Guerra da una vita nella Terra… Santa! Non bastasse Minghi ha pubblicato nel 2006 un libro-confessione di grande impatto dal titolo “L’ascolteranno gli americani”… Ci sarebbero infinite occasioni e consacrazioni per descrivere la grandezza di Amedeo Minghi ma, per necessità… spaziali, dobbiamo stopparci qui, anzi, proseguire nell’epilogo dell’introduzione, ponendo però la questione evidenziata all’inizio, sullo stesso piano, quello umano (che poi è, checché se ne dica, quello che nella vita, più conta). Poiché chi scrive ha potuto recepire quanto sia grande l’artista ma, soprattutto l’uomo, che si pone con umiltà, serenità e trasparenza assolute ad affrontare temi non solo legati alla sua produzione artistica (unica nella sua grandezza ed ampiezza di vedute) bensì ancorché contenuti parimenti (se non più) profondi legati alla quotidianità esistenziale.
Compreso come sia stata una clamorosa bugia, quella d’appiccicare all’artista un appellativo formale quanto presuntuoso (“maestro”) che non gli s’addice, voglio invece renderglielo (ma questa volta per puro onore e con merito) assieme (o subito dopo) a quello di “Signore” con la “Esse” maiuscola. Un atto dovuto per un personaggio (meglio ancora, una persona) confermatosi umanamente (prima che artisticamente) un autentico “Gran-Signore” del pentagramma (e dell’amore).
E questa volta, senza offesa ed irriverenza per nessuno. Padre Eterno compreso.


Per iniziare, una curiosità. Compositore, autore, cantante (non cantautore), le piace essere chiamato “maestro”. Se la chiamassero semplicemente “Signore” non si sentirebbe, seppur da artista, più “comune mortale” e meno “sulla scrivania”?
Non è assolutamente vera questa cosa (che gli piace essere chiamato “maestro” ndr) è sbagliata! A Roma si chiamano tutti “maestri”, è un modo di dire. Non mi faccio affatto chiamare “maestro”. L’altra sera, per esempio, eravamo a cena con Renato Zero, Michele Zarrillo ed altri colleghi, ed uscendo dal ristorante c’hanno salutati: “Buonasera maestri”. E’ semplicemente un modo di dire romano, che s’è diffuso… anzi la prego di sottolineare questa cosa. Certo, ho dei titoli veri che invece potrei utilizzare ma che non dico e me li tengo per me; quello ce li ho! Tra l’altro ho pure scritto e pubblicato un libro (v. sotto). Ma questa del “maestro” proprio no!

La sua carriera inizia negli anni ’60, con la band “I Noemi” e la canzone “Una cosa stupida”, nonché non poche cambiali… Finché nel ’66 propone “La Fine” che, in realtà è solo l’inizio di una lunga e “corposa” carriera con al fianco “l’amante musica”…
Si, ma Noemi era il nome di un gruppo… ma dove ha trovato questa informazione?

Mi sono documentato anche con articoli di colleghi ovviamente…
Ah, “I Noemi” era così… un gruppo, molto-molto amatoriale. Sì certo.

Ha avuto l’onore di collaborare con vari artisti di tutto rispetto, a partire da Gaio Chiocchio, Stefano Cipriani, Pasquale Pannella, passando per Franco Califano, Wilma Goich, Edoardo Vianello, Katia Ricciarelli, Andrea Bocelli, Mietta, Mariella Nava, Rossana Casale ed altri ancora… Quale il connubio meglio riuscito per la sua crescita artistica e chi le manca nel palmares per il duetto della vita?
Per la crescita artistica sono stati due i personaggi importanti: uno è Gaio Chiocchio, purtroppo scomparso e non è più con noi, l’altro è Pasquale Pannella, con il quale abbiamo scritto cose bellissime e che ricorderemo per sempre; perché sono tra le cose più importanti che abbia scritto nella mia carriera. Poi, certo, anche altre collaborazioni… però le più significative sono state queste.

Edited by AndreaTuretta - 3/7/2009, 14:50

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view post Posted on 3/7/2009, 13:32
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Oltre al canto puro e semplice, si propone in recital musical-teatrali (“Così sei tu” tratto da “Anita” del 2000), compone colonne sonore (v. serie di “Fantaghirò”), scrive un libro (“L’ascolteranno gli americani”) e non solo… Pura ricerca creativa od intento d’allargare gli orizzonti artistici?
E’ connaturale al mio carattere. Io la musica la vivo in tutti i suoi aspetti, per cui, che sia una canzone, una colonna sonora, un commento, un balletto od altro, io la uso, perché il mio mestiere è quello di fare musica.

La sua vita professionale e personale poggia su tre capisaldi: amore, speranza, famiglia. Il primo “è il centro della ricerca artistica”, la seconda “siamo nati per sopravvivere. Anzi vivere e amare” ed è la radice cristiana; per quanto riguarda la famiglia, ci sono le sue donne, gli “angeli” come le chiama, un’unione pluriennale con Elena, due figlie, un nipotino. Come dire, non servono parole, tanto di cappello!
Sì, anche se io, “gli angeli” non so dove l’abbia letto… perché io (aggiunge Amedeo con un sorriso, ndr) le ho sempre chiamate “le mie donne” fino a che poi è arrivato un bel cagnone e soprattutto, uno straordinario nipotino (Leonardo). Quindi ho messo così un po’ di mascolinità nella mia famiglia, di cui era carente.

La vita professionale l’ha vista fare molta gavetta. Deve attendere il ’73 per il primo album (“A. Minghi”), il ’77 per “L’immenso” (come leader dei Pandemonium), il ’90 per salire sul podio di Sanremo con Mietta (3° posto). Bell’esempio di maestria ed umiltà, con tanto di sberla a “calciopoli, ricattopoli e vallettopoli”, dove tutto va a “puttanopoli” con tanto di meritocrazia, sacrifici, lealtà e spirito decoubertiano al seguito…
Ebbé sì. Questo corrisponde a verità, perché ho sempre continuato a perseguire il mio discorso musicale ed artistico… d’altra parte ribadito anche l’anno scorso al “Festival di Sanremo”, con il pezzo dal titolo “Cammina, cammina”; si va sempre avanti, ho cercato di portare innanzi questo concetto poi, le circostanze, per fortuna, mi hanno dato ragione.

“A Music Farm non c’andrei neppure per scherzo”. Fosse agli esordi, ai talent show come X-Factor ed Amici, ci andrebbe sul serio?
Ah no. Assolutamente no!

Otto volte a “Sanremo” tra gioie (3° con Mietta) e delusioni (“1950” esclusa nell’83 ma poi fu un bene…). Ha detto: “Purtroppo il Festival è figlio di se stesso. Mutano le formule ma la sostanza rimane quella”. Insomma una vetrina che fa brutta mostra di se…
Eh sì, purtroppo sì! Una vetrina che fa brutta mostra di sé, anche se, come tutte le cose, c’è sempre l’altra faccia della medaglia e, quindi, per tanti che subiscono questo destino, c’è poi qualcuno che invece da “Sanremo”… (trae riscontri positivi, ndr). Ma è un po’ come in tutte le cose, no? Anche tutta questa crisi economica… dove c’è chi sta perdendo tutto e chi invece sta arricchendosi anche troppo e, pure, pericolosamente.

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view post Posted on 3/7/2009, 13:33
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In “Teledipendenti indifferenti” qualche anno fa… trattava delle nuove generazioni in termini poco lusinghieri rispetto alle vicende drammatiche della vita. Oggi s’evidenziano: tatuaggi, piercing, lifting, look estremi, ancorché anoressia, bulimia, alcolismo, droga, xenofobia… Esempi di un’umanità bruciata, confusa ed infelice, che stenta a ritrovarsi?
Esempi di una generazione di genitori imbecilli!!! Sottolineo tre volte imbecilli perché il mestiere più difficile è quello di fare il padre e la madre ma, certo, se il padre si mette a competere con un ragazzino di tredic’anni, il cretino è lui. Ed è molto probabile che poi, ne sortisca una di quei figli che lei ha descritto e che invece avrebbero ben altre potenzialità.

Questa sera è a Vicenza per la Giornata Internazionale della musica ma soprattutto per il Global Day, giornata mondiale della lotta contro la SLA (sclerosi laterale amiotrofica). In occasioni come queste, con che spirito affronta il palcoscenico e come pensa di poter tornar utile alla causa?
Con la mia presenza. Penso che se la mia partecipazione, come quella di tanti altri miei colleghi, può servire a portare più gente in questa Piazza (che poi la musica c’ha questo aspetto importante di saper fare aggregare, no?!) se il mio nome, assieme a quello degli altri, può essere utile (alla causa) portando invece che mille, quei milletrecento-millecinquecento, va benissimo! Per cui, più gente abbiamo e più media abbiamo; ecco quindi, io metto i miei 43 anni di carriera sul piatto.

In “Gerusalemme”, “dedicata alla città come se fosse una donna”, si cita: “Luce che accende le tenebre ai figli, Stella maestra agli uomini, Madre di tutte le madri, voce di tutte le voci, nel silenzio lenisci il dolore, bella fra tutte le spose fra le belle desiderata”. Un’autentica dichiarazione d’amore…
Sì. Gerusalemme infatti, anche nella Bibbia è descritta come una donna. Infatti questi testi li ho scritti ispirandomi ai Testi Sacri, nel senso che non li ho copiati, per carità, ma sono andato a prendermi il senso di certe cose e Gerusalemme è stata immaginata come un donna, tant’è che come una “donna bellissima e meravigliosa”, è stata (ed è) contesa.

Sempre riguardo il pezzo, dice: “Tutti dovrebbero una volta nella vita, visitare la Città delle Sacre Scritture. Lì puoi vedere dentro il tuo cuore, le tue contraddizioni e la tua ignoranza”. Non bastasse, è riuscito nell’impresa di unire un cantante palestinese ed una ebrea. Quando si dice la forza della musica!
Sicuramente sì! Questa è una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita e che voglio portare avanti, perché adesso abbiamo cantato questa canzone in Palestina, nella chiesa di Santa Caterina, accanto alla Natività; la prossima volta vorrei riuscire a cantare questa stessa canzone con l’ebrea e con l’arabo palestinese (od il contrario, non ha importanza). L’importante è che siano presenti loro due e che si canti in tre, nelle città delle tre Regioni che sono figlie, madri e sorelle dello stesso Dio.

In “Pensiero di pace” (dall’album “L’altra faccia della Luna”) disse: “La Pace è pensiero buono, patrimonio dell’Umanità” (29/1/02). Vallo a spiegare alla Corea, all’Iran, in Afghanistan, Israele e Palestina, per non dimenticare, che a due passi da qui, si vorrebbe porre, contro ogni logica (v. impatto ambientale e non solo) e sana ma decisa opposizione popolare una nuova Base Usa che di certo non porterebbe un… giardino di fiori! Altro che città dell’UNESCO!
Sì, infatti ecco perché nel mio libro scrivo metterei, tra virgolette, come una sorta, non di Legge, ma un “Decreto Legge”, per portare la gente a Gerusalemme; perché se non vai lì, in quella città, non capisci e non ti rendi conto. Tutte queste cose che lei ha detto adesso, sono tutte figlie dello stesso problema. Problema che nel Pianeta è uno, ed è la Guerra che c’è nella Terra Santa. Questo è proprio il problema dei problemi, quello basilare (da risolvere, ndr)!

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view post Posted on 3/7/2009, 13:36
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27/10/95 (canta a pochi passi da Papa G. Paolo II “Un uomo venuto da lontano”), 13/10/98 (si sposa, in chiesa per il 25° di matrimonio ossia nozze d’argento), 2/2/08 (propone “Cuori di Pace in Medio Oriente, 40 anni di me e di voi”). Tre date indimenticabili…
Sì sono indimenticabili, certo! Le nozze d’argento… poi Il Papa… questo Papa indimenticato anche da chi non crede, figurarsi da me! E stato un Pontefice impossibile da scordare pur da quelli che non credevano in quello che Lui diceva; cioè voglio dire, è il Papa che ha saputo parlare a quelli che non la pensavano come Lui. Questo è il grande merito di Giovanni Paolo II! Perché in fondo poi, non si parla solo tra di noi, si fa “parrocchia”, poi vai giocare a flipper o (che ne so?) al biliardo con gli amici… mentre invece la verità è che bisogna saper parlare a quelli che non la pensano come te, per cercare un punto d’incontro. Per cui sono veramente delle date indimenticabili… E mi vien da dire che lei m’ha “scorticato” davvero tutta la vita…

Mi sono semplicemente documentato.
(E qui Amedeo si lascia accompagnare da un bel sorriso, ndr)

A proposito di religione, fino al 98 si considerava, come la media degli italiani, un “credente distratto”. Da allora Chi è il suo Dio? Indi, come o dove Lo riconosce?
Beh, io Lo riconosci in uomini come Karol Wojtyla, o donne come Madre Teresa di Calcutta. Lo ravviso nell’uomo (o nella donna) che si alzano presto, magari alle cinque di mattina e vanno in fabbrica e lasciano il bambino negli asili nido, nel coraggio di vivere una vita con mille euro (quando un paio di scarpe valgono anche di più, se vuoi quelle fatte bene e di marca…). Per cui riconosco Dio nel coraggio di chi sa vivere.

Riesce a descriversi con un paio di aggettivi, a livello artistico e personale?
Guardi, a livello artistico, io sono “melodista”, che è poi la mia qualifica in SIAE ed è pure la mia specifica. A livello personale, sono una persona apparentemente equilibrata, che “sa darsi un tono”, diciamo così… Sono come il vulcano di Napoli, che sembra apparentemente spento ma che invece dentro contiene grandi fuochi.

“L’amore è una cosa meravigliosa”, “Eterno finché dura”, “la cosa che fa girare il mondo”, “Un’ipotesi” o che altro?
“L’amore è la cosa che fa girare il mondo”, perché anche quelli che hanno tanti soldi e molto potere, o pur anche, chi non ce n’ha per niente, ha comunque bisogno di trovare una mano che lo accarezzi, di trovare due occhi che lo guardino, non per quello che possiede ma per quello che è; e perché possa trovare un luogo dove poter andare senza fingere.

Grillo, Celentano, Benigni, Guzzanti, Crozza, Littizzetto, li notiamo spesso costretti a vestire i panni dei politici, con quest’ultimi a finire per rubare ai primi la scena “teatrale”. Brutto segno se i ruoli si capovolgono, non crede?
Sicuramente sì! Tra l’altro lei ha parlato di gente che non sono più comici perché hanno smesso di farlo, ossia di svolgere un mestiere così straordinario. Io ho avuto la mia generazione che è cresciuta con Vittorio De Sica, con Alberto Sordi…

Franco Franchi e Ciccio Ingrassia…
Ma sa, Ciccio Ingrassia… anche con quelli, ma nel cinema, nel teatro, nella musica, nella letteratura, nella pittura, ci sono sempre dei lati A dei lati B, poi qualche volta, nel tempo, anche il lato B assume qualche significato e l’abbiamo visto anche ultimamente… Però la mia generazione è cresciuta con comici che non si sono mai travestiti.

Quindi a sottolineare come questo scambio di ruoli sia un male…
E’ un male trasformarsi in buffoni, quello sì!

Ovviamente ciò vale pure per i politici immagino…
Beh, certo! In pratica bisogna recuperare il coraggio di essere sé stessi, che poi è la cosa più difficile del mondo. Poi ci sono degli umoristi che non si rivelano grandi comici e che, quindi, si truccano, si adattano e, come dire…

Si travestono?
Bravo! Si travestono!

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Unioni di fatto, adozioni per coppie di fatto, testamento biologico, eutanasia. Come la pensa al riguardo?
Sono contrario, in quanto Cristiano. Le unioni di fatto vanno benissimo ma sono contrario alle adozioni di bambini, da parte di gay o di lesbiche, ed in questo penso di avere un’immagine “classica”. Mio nipote cerca la mamma e vuole il papà. Un mondo dove la mamma ed il papà non ci sono, mi sembra che lo si vada a peggiorare, non a migliorare. Sulle coppie di fatto, è diverso. Gli uomini e le donne hanno il diritto di scegliersi l’amore come lo vogliono; pretendere invece, di essere d’esempio agli altri, è sbagliato.

Potendo scegliere, meglio un giorno da leone od una vita da mediano se non da… pecora?
Io sono un leone e quindi è facile… – aggiunge Amedeo con un sorriso – Direi comunque che un giorno da leone è il più facile di tutti. Perché guardi che la cosa più difficile è vivere una vita da mediano la quale, ripeto, è quella di colui che si alza la mattina presto e va a lavorare, perché sa che deve portare a casa il suo denaro, ché la moglie sa che deve pagare chi le guarderà i figli, entrambi devono fare i conti con la spesa, le bollette… Questo è la famiglia! Non sono due persone che per fanatismo, o per appagare altre cose, cercano scelte diverse. Questo è!

Renda, agli “ultimi” di questa vita, un paio di validi motivi per credere ancora in questa vita…
Beh, se non credi nella vita, non credi in niente. Gli “ultimi” non esistono perché, agli occhi di Dio, siamo tutti quanti uguali. Noi veniamo al mondo senza un cazzo e ne usciamo senza un cazzo! Per cui, siamo tutti uguali agli occhi di Dio, ed il povero è semplicemente uno che vive in maniera diversa.

Si è soliti dire che s’è tutti uguale di fronte alla morte…
No, anche durante la vita; perché per Dio, siamo importanti tutti ed i ruoli di ognuno di noi, nel gran disegno di Dio, sono comunque rilevanti. Non c’è nessuno, su questa faccia della Terra, che sta qui per caso o sta qui per niente.

Se potesse rinascere, chi o che cosa vorrebbe essere?
Mah guardi… Io credo che risarei quello che sono, con tutti i miei errori, perché credo che, siccome la vita è una, bisogna sapersi godere questa e saperla accettare nonché, rammentarsi sempre che è un dono meraviglioso. Ricordiamoci dove siamo questa sera ed il pubblico che ci sta guardando.

La vita è…
Una cosa meravigliosa!

Un bacio ed uno schiaffo a…
Ma la vita è sempre un bacio. Ad esempio questa serata lo dimostra… Ci sono delle persone qui presenti che vivono delle vite terribili (poverine!) che non possono né muoversi, né decidere nulla (autonomamente; ovviamente Amedeo si riferisce ai malati di Sla presenti allo spettacolo, ma non solo quelli… ndr) e sono qui a dimostrare quanta vita hanno in corpo. Sono loro che ci dimostrano come la vita sia un fatto meraviglioso. Perché non vogliono mica morire questi qui eh! Giustamente c’insegnano a ricordarci che ogni mattina al risveglio, noi abbiamo un gran culo!

Nel 2010 è invitato per l’ostensorio della Sacra Sindone a Torino e sta “pensando di comporre una Messa iniziando dal Padre Nostro”. Come dire, da Maestro a Maestro…
(Risata di Amedeo per accompagnare la secca replica, ndr): No, no! Assolutamente no! La preghiera del Padre Nostro è la principale che m’è venuta come ispirazione, ed è stata la prima che ho fatto. Poi sa cos’è? Essa è anche quella che conosciamo bene a memoria, e quindi ho potuto musicarla ovunque mi trovassi; non mi serviva uno spartito od un testo.

“Un artista non fa mai bilanci”. Allora, proviamo a fare programmi. Cosa le manca per sentirsi pienamente realizzato?
Molte cose… Sto programmando ecco, forse questa Messa, ma pure il musical finalmente (visto che in più di quarant’anni non ne ho mai fatti) lo farò adesso che, per questo genere di spettacolo, per come lo penso io, l’Italia è pronta. Per cui ci saranno ancora canzoni, ci saranno ancora musical, ci saranno ancora film e, se Dio vuole, per tutta la mia vita, MUSICA.

Sito ufficiale dell’artista:
www.amedeominghi.com

Le foto sono del fotoreporter Mirco Riello

Edited by AndreaTuretta - 17/9/2009, 20:57

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RESEVER
view post Posted on 22/6/2010, 07:17




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view post Posted on 22/6/2010, 07:45
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Bene. Mi fa piacere tu possa trovare interessanti molti articoli e che passi spesso a leggerci
 
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