Per un autore, quanto è importante saper cogliere e sintetizzare quanto gli sta attorno?Credo sia più importante riconoscere veramente quel che si prova a livello di emozioni. Questo è importante per essere una persona prima che un autore. La capacità di sintetizzare le emozioni in musica o altre forme artistiche credo appartenga a un altro livello che non mi interessa analizzare o comprendere.
Quali pensate siano le caratteristiche che danno ai vostri brani uno stile personale?Il fatto che parlano di cose personali. Cioè il tentativo è quello di partire dal personale per dire qualcosa, se qualcosa da dire c’è. Poi chi ascolta può cogliere il vero messaggio o assimilarlo in altro modo comunque facendolo diventare qualcosa di proprio. Così una cosa che esce da me in un modo entra in un’altra persona in un altro e diventa dell’altro, pur essendo nata da me. Poi c'è il sound su cui stiamo lavorando e che è il lavoro più a lungo termine per una band, cioè il rendersi riconoscibili grazie al proprio sound. Siamo solo al primo disco, ci stiamo lavorando.
Importantissime in questi anni, devono essere state le date “live” fatte in tutta Italia…Certamente! Abbiamo avuto la fortuna di poter suonare spesso fuori dalla nostra zona negli anni scorsi avendo solo pubblicato un paio di singoli... furgone, viaggiare on the road, dormire dove capita se capita e suonare per lo stivale ovunque è un po' folle sotto certi punti di vista per una band sconosciuta, ma fondamentale per imparare a conoscersi, farsi conoscere e per conoscere le diverse scene in Italia, oltre che ovviamente tanta gente e tante band con cui poi è nata una grande amicizia, anzi salutiamo tra gli altri i Park Avenue, Hype, La fame di Camilla, Arancioni Meccanici, Stardog, Mini k bros con cui abbiamo condiviso tra le altre cose anche il palco...
Vi piace di più il lavoro di creazione dei brani o la loro proposizione dal vivo?Sono fasi molto diverse. Io sono più stimolato dalla creazione di qualcosa che non c'è se non nella mia testa, quindi tutto quel procedimento che permette ad un idea di uscire e prendere forma di musica e parole quindi canzone. Lavorare poi all'arrangiamento insieme al resto della band è un'altra fase tanto stimolante quanto caotica che si risolve, se siamo soddisfatti, con un profondo appagamento. La fase di produzione poi è un vero e proprio viaggio e li ci si scanna proprio... se poi c'è anche Livio (Magnini il nostro produttore) scatta proprio la rissa! Scherzo ovviamente! Il live è tutto il contrario di queste fasi. Si è allo scoperto, si viaggia, si conoscono posti e persone nuove, si guarda in faccia la gente, si suda, ci si dimena, si cerca di essere onesti il più possibile e ci si diverte quasi sempre non poco! Poi c'è quella cosa che si chiama dopo concerto per cui vale la pena spezzarsi tanto la schiena...
E’ stato difficile trovare chi credesse nella vostra musica?In realtà abbiamo sempre avuto parecchie persone che hanno creduto fin da subito in noi. Il problema è che tra il dire e il fare c'è qualche anno di limbo in cui si registra, si pubblicano singoli, si cerca insieme all'etichetta e al team di produzione la soluzione e il momento migliore per uscire, si cambia etichetta per trovarsi nella solita situazione, passano 5 anni e l'unica cosa davvero importante che si fa è suonare in giro. Così abbiamo deciso che, visti i tempi, non aveva molto senso aspettare la situazione giusta, sempre ammesso che ci sia. Ci siamo con molto coraggio avviati verso l'indie di fatto non di facciata e con parecchio supporto di Livio e altri Amici abbiamo pubblicato questo primo disco.
Quando si parla di rock è difficile proporre qualcosa di non già detto…?E' difficile proporre qualcosa di non già detto un po' in tutti gli ambiti. Io penserei piuttosto a come lo si dice e a cosa spinge un gruppo di ragazzi a pubblicare un disco come ALI, di certo non le comodità perchè ti garantisco che le nostre vite sono abbastanza un inferno. E poi sinceramente non capisco questa paranoia di dover dire per forza qualcosa di nuovo, ma chi è che veramente fa qualcosa di nuovo? Perchè dovrei fare qualcosa di nuovo? A me piuttosto interessa dire qualcosa in cui credo nel modo migliore che posso per quelle che sono le nostre possibilità e limiti e perchè no senza risparmiare le citazioni ai nostri padri spirituali. Pare che in Italia se fai tutto questo e non lecchi il culo a qualcuno, o entri nelle grazie di certe riviste, siti e recensori, automaticamente non vali nulla. E io sono un po' stanco di questa mentalità per cui non vado oltre.
Trovate che molti gruppi rock si muovano un po’ per forza d’inerzia più che per convinzione?Trovo che il rock sia una religione o ci credi oppure no come dicono gli Afterhours, anche se loro parlavano della fortuna... L'inerzia intesa come tutti gli step delle band (saletta, demo, concorsi, serate etc) se ci pensi, all'inizio, può anche essere un veicolo che ti porta ad una successiva maturazione e convinzione. Non ci trovo nulla di male in questo senso. Piuttosto mi sembra più pericoloso chi parte con la sola convinzione, anzi forse è proprio quella che ci offre oggi tanta brutta musica.
Musica e letteratura, quali punti pensate possano avere in comune?Parecchi. Se vuoi. In Italia abbiamo diversi esempi di questa comunione e mi sembra anche una conseguenza logica. La musica è cultura come lo è la letteratura e mi sembrerebbe strano se non si influenzassero a vicenda.
Il lato live, e l’improvvisazione, quanta importanza hanno nella vostra musica?Il live e l'improvvisazione è alla base della nostra musica. Quando si arrangiano i pezzi che porto chitarra e voce, si parte da improvvisazioni lunghissime sul tema, si suona per ore sugli stessi giri sperimentando infinite soluzioni, per poi scegliere quasi sempre quelle più essenziali, semplici, ma funzionali. Poi durante le serate ci sono certi momenti in alcune canzoni in particolare in cui si gioca con improvvisazioni, citazioni e casini vari. Nell'ultima data per esempio sul finale dell'ultima canzone (Sono un santo) ho improvvisato l'inno alla gioia come auspicio per me e il pubblico entusiasta dell'augurio. O forse del live? O del casino?...
Rock a volte è sinonimo di ribellione… quanto conta l’aspetto sociale nelle vostre composizioni?A dire il vero non ho mai pensato a un risvolto sociale nelle canzoni che scrivo. Tuttavia ho realizzato in seguito che soprattutto le canzoni che comporranno NAZIONI hanno eccome un risvolto sociale, di sottile provocazione e denuncia. Anche se non ci si vuole schierare, il clima che si respira è talmente teso e decadente che non si può non ritrovare nelle canzoni di chi scrive parlando semplicemente di sè.
Vi capita di non essere soddisfatti di qualche vostra canzone? Magari l’avreste fatta in una maniera diversa…Guarda è una delle cose che capita più spesso. Io poi sono famoso per essere entusiasta delle registrazioni sul momento, per poi pretendere di cambiare tutto a disco uscito. Ma va bene così, è uno stimolo per immaginarsi altri scenari in termini di produzione artistica e stilistica per i prossimi dischi! Poi ci sono anche un'infinità di canzoni che proprio non ci convincono e che non includiamo nei dischi o nei live.
Per chiudere, avete già un’idea di quando uscirà “Nazioni” il secondo disco di questo progetto, “Ali e Nazioni”?Si spera nel corso del prossimo anno. L'unica cosa certa è che a settembre inizieremo la preproduzione di NAZIONI!
Sito del gruppo:www.myspace.com/pnsbandwww.lunatik.itAttached Image: PNS70.jpg