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Intervista con Il Pozzo di San Patrizio

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view post Posted on 8/5/2008, 17:06
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Intervista con Il Pozzo di San Patrizio

Di Andrea Turetta

II Pozzo di San Patrizio nasce nell'inverno del 1996 da una idea del fisarmonicista-cantante Dario De Nicola e dopo vari assestamenti di formazione e di scelte artistiche è ormai una delle band italiane più apprezzate all'estero. Il loro esordio discografico risale al 2001 con l'album autoprodotto intitolato "II Pozzo di San Patrizio" a cui segue "Altri Tempi" (Ethnoworld -Venus) e nel 2006 "LucidaMente" (Ethnoworld/Venus). E’ uscito ora "Hard Folk Cafè" il loro nuovo album… Ecco l’intervista con il gruppo…

Come si è formato il gruppo de Il Pozzo di San Patrizio?
Nel modo più naturale e spontaneo…per strada. Ci siamo incontrati e conosciuti per le strade della nostra città, Salerno, in particolare ci ritrovavamo a Largo Campo, la piazza nel centro storico, e l’interesse comune per la musica è subito emerso e ci ha uniti. Si scendeva in strada con gli strumenti e si facevano bellissime jam session insieme anche ad altri musicisti.

“Hard Folk Cafè” è un disco molto vario. Importante per la sua nascita sono state comunque le tante esperienze live…
Hard Folk Café è un disco molto legato all’attività live. Infatti concettualmente ti catapulta nell’atmosfera tipica del pub, della festa, del luogo di incontro dove puoi lasciarti andare, fare conoscenze, ballare, gridare, bere, fumare…questo è l’Hard Folk Café!

Rispetto ai vostri tre precedenti album, in che cosa vi trovate professionalmente maturati?
Di sicuro negli arrangiamenti e nel mettersi nei panni dell’ascoltatore. E’ l’album su cui abbiamo lavorato di più e di cui siamo anche più soddisfatti.

Tra le novità presenti, c’è quella che riguarda l’innesto del vostro nuovo cantante, Tony D’Alessio…
Tony è un vecchio amico che aveva già partecipato come corista nel nostro precedente disco “Lucidamente”. Ci siamo trovati talmente bene con lui che fargli la proposta di entrare nel gruppo è stato il passo immediatamente successivo. Le sua vocalità ci ha permesso di spaziare tra più generi e di utilizzare la voce in maniera più varia nei nostri pezzi.

Avete scelto di inserire due cover… tra queste, “Cosa succede in città” di Vasco Rossi… è stato complicato cercare di renderne delle versioni nuove e più vicine alle vostre atmosfere musicali?
No, non è stato complicato ma molto divertente…quando siamo in sala prove ci piace suonare e stravolgere pezzi di altri artisti, è come un gioco…

Da notare, tra l’altro la partecipazione di Lino Vairetti, cantante degli Osanna…
Sì, conoscevamo Lino da diversi anni in quanto lo incrociammo parecchi anni fa durante un concorso musicale in cui noi gareggiavamo e lui faceva parte della giuria. Lino, oltre ad essere un grande artista, è una persona davvero disponibile e quando, anni dopo lo abbiamo chiamato per chiedergli una partecipazione su Cosa succede in città, ha accettato con entusiasmo. E’ stato bello registrare e provare, e soprattutto esibirsi al MEI con lui, dividere lo stesso palco è stato per noi un onore…

Grande successo, l’avete ottenuto finora, anche in campo europeo , in Alsazia, Olanda… come avete trovato il pubblico di quelle parti?
Il pubblico dei festival all’estero è come ogni gruppo desidera…attento alla musica e si lascia andare molto facilmente. Si è creata una bella sinergia tra noi e il pubblico, nonostante cantassimo in dialetto. C’è anche da dire che all’estero il genere folk-rock è molto più seguito rispetto che in Italia…

Che cosa danno ad un artista le centinaia di concerti nelle piazze o nei locali?
Sicuramente per un’artista la cosa più importante è fare concerti, perché le occasioni di condividere con altre persone qualcosa che ci piace sono sempre di meno in questo mondo super-tecnologico…andare a suonare, conoscere e parlare con le persone e sognare insieme con la musica è un’esperienza sempre piacevole da ripetere…

Grande dev’essere il lavoro di ricerca per far nascere una canzone, specie quando si tratta di cultura popolare…
Quello che ci affascina di più è trovare punti di contatto tra le nostre radici e quelle di altri popoli, e questo comporta una ricerca musicale molto stimolante e che non ha mai fine…i nostri pezzi sono influenzati da sonorità e ritmi balcanici, orientali e nord europei, da sempre oggetto della nostra curiosità

Come nasce una vostra canzone?
Ogni pezzo nasce in modo diverso. Il più delle volte nascono dall’idea di uno di noi che viene poi sviluppata insieme. Ci lavoriamo molto su un pezzo fin quando non ci convince del tutto, è capitato anche di stravolgere completamente l’idea iniziale. Comunque la partecipazione collettiva alla composizione è una delle nostre peculiarità e forse anche il motivo per cui abbiamo pezzi che spaziano tra generi piuttosto diversi tra loro…

Nel mondo della musica, quanto conta trovarsi nel posto giusto al momento giusto? E quanto invece la tecnica, lo studio?
Di sicuro conta trovarsi nella situazione giusta al momento giusto e naturalmente anche la tecnica e lo studio, l’abitudine a stare a contatto con la musica, l’affiatamento tra le persone che suonano insieme. Fondamentale è anche la varietà dell’ascolto, senza fossilizzarsi su un genere o una band in particolare. Ma la cosa più importante è essere bravi nel comunicare e fare canzoni che trasmettano qualcosa al pubblico che ascolta.
Purtroppo la musica è anche un business e quindi viene “inquinata” da parametri attinenti più al mondo del commercio che a quello dell’arte…

E’ stato difficile trovare chi credesse nella vostra musica?
Nel nostro percorso musicale, abbiamo sempre trovato persone che ci hanno incoraggiato e spronato ad andare avanti…le ringraziamo tantissimo.

Cosa vi piace e cosa meno dell’ambiente discografico?
Un’etichetta discografica ti permette di accedere a dei canali promozionali che non riusciresti mai a raggiungere da solo. Purtroppo però le etichette discografiche sono legate al mercato musicale, che logicamente ne determina anche le scelte artistiche…

Per chiudere, pensate la musica possa davvero abbattere le frontiere ed unire i popoli?
La musica permette di comunicare con un linguaggio universale che unisce persone che provengono da esperienze completamente diverse. Di conseguenza molte volte la musica ha unito persone provenienti da esperienze diverse.

Siti Ufficiali:
www.ilpozzodisanpatrizio.com
www.myspace.com/ilpozzodisanpatrizio

Si ringraziano per la gentile collaborazione la band, Promopop e Sonja Berti

www.promopop.it


Attached Image: POZZO.jpg

POZZO.jpg

 
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